DIALOGO CON IN CITTADINO DI MOMBAROCCIO PIENO DI DUBBI SULLA FUSIONE CON PESARO

(CRONACHE DA MOMBAROCCIO, 10 aprile 2016) A sette giorni dal referendum comunale, nei giri per le frazioni di Mombaroccio che molti di noi stanno facendo si incontrano spesso persone e a volte si riesce anche a dialogare un po’. Qui immagino di incontrare un cittadino gentile, educato, interessato al tema della fusione con Pesaro, ma poco convinto in cuor suo. I dubbi che mi pone sono la sintesi delle argomentazioni dei sostenitori del NO, espresse un po’ in Consiglio Comunale, un po’ sui social network e nelle dichiarazioni alla stampa, e un po’ sul materiale di propaganda.

Dopo che gli ho spiegato a grandi linee i punti essenziali del progetto politico di fusione per incorporazione nel Comune di Pesaro (Autonomia municipale, Assessore dedicato, ingenti risorse economiche, importanti investimenti, miglioramenti dei servizi …), mi chiede quasi preoccupato:
– Ho capito, tutte belle cose. Però non si potrà tornare indietro, se qualcosa va storto, vero?
– È chiaro che questo è un processo difficilmente reversibile. Ma per tornare indietro a cosa? Allo svilimento della situazione attuale? Senza risorse economiche e con organici allo stremo. Quello delle fusioni è un processo irreversibile, il destino delle passate autonomie dei piccoli Comuni è segnato. Se non cogliamo al volo questa importante opportunità, l’unica che ci potrà garantire forme di autonomia le più vicine possibile a quelle attuali (oltre e risorse economiche da non disprezzare), rischiamo tra qualche anno di ritrovarci fusi per legge con qualcuno, frazione lontana di altre realtà e, certamente, con molti meno incentivi economici.
– Ma chi ci garantisce l’autonomia e tutte quelle risorse?
– L’atto politico che i Sindaci Ricci e Vichi hanno firmato il 6 aprile è un impegno preciso per Pesaro. Lo Statuto del Comune allargato istituirà il Municipio, ne fisserà il grado di autonomia e stabilirà la presenza di un Assessore dedicato a Mombaroccio nella Giunta Comunale di Pesaro; la Commissione Affari Istituzionali si è già espressa in tal senso, dovrà solo riconfermare quanto già deliberato. Le risorse economiche sono stabilite nelle modalità di computo e nel tetto massimo dalla legge nazionale sulle fusioni tra Comuni.
– Sì, ma uno Statuto si può cambiare …
– Intanto solo un pagliaccio potrebbe cambiare lo Statuto del Comune, istituire il Municipio e poco dopo ricambiarlo di nuovo! Chi fa così perde totalmente la sua credibilità politica. Questo progetto politico è un fiore all’occhiello per il Sindaco di Pesaro, può fare scuola.
– Però, dopo Ricci …
– Gli Statuti non si cambiano a ogni legislatura. E poi ci vuole la maggioranza qualificata dei due terzi dei Consiglieri per farlo. Quella attuale è, per Pesaro, una situazione unica. Ricci dispone dei due terzi solo con la sua maggioranza, cosa mai accaduta prima. Ciò è avvenuto per la concomitanza con le elezioni europee e per l’effetto trascinamento del Premier Renzi. Difficile che si verifichi nuovamente una simile eventualità. E mettere d’accordo maggioranza e opposizioni per nuove modifiche statutarie, possiamo solo immaginare quanto sia complesso. Soprattutto se ne varrà la pena.
– Quindi possiamo stare tranquilli su autonomia municipale e Assessore dedicato per un bel po’ di anni, dice lei.
– Direi proprio di sì.
– Ma con poco più di duemila abitanti non riusciremo mai a far eleggere un nostro rappresentante nel Consiglio Comunale di Pesaro.
– Mai dire mai! Sarà importante non disperdere i voti e concentrare le preferenze su pochi nomi nelle liste elettorali, che possono prendere anche voti a Pesaro, soprattutto utilizzando lo strumento degli abbinamenti di genere.
– Cioè?
– Per favorire l’elezione di Consiglieri donna si possono fare abbinamenti con un candidato dell’altro sesso ed entrambi raccolgono i voti nei rispettivi collegi.
– Sembra facile …
– Non dico che è facile, dico che non è vero che è impossibile.
– Comunque, anche tutti i soldi degli incentivi, ho sentito dire che sono tutt’altro che certi.
– La loro esistenza e il loro ammontare massimo sono fissati dalla legge sulle fusioni, come ho detto anche prima. L’entità destinata a Mombaroccio è stabilita dall’accordo politico-programmatico firmato dai due Sindaci. L’unico rischio è che qualche futura legge di Stabilità …
– Sarebbe la legge finanziaria?
– Sì, ha cambiato nome, ma non sostanza. Dicevo, l’unica cosa che potrebbe accadere è che il capitolo riferito alle fusioni non venga finanziato. È un’eventualità, certo. Possibile, ma remota. Però, solo perché ci potrebbe essere un poco probabile rischio, dovremmo rinunciare a questa opportunità? Tenga presente che le somme più consistenti saranno erogate nei primi tre anni, parliamo di 5 milioni di Euro! E sono gli anni dell’attuale Legislatura nazionale. Vuole che il Governo Renzi svuoti di contenuti un importante progetto politico come questo, che è all’inizio di un processo di riorganizzazione amministrativa generale per l’intero Paese?
– Quindi, autonomia certa, soldi sicuri …
– Beh, un altro rischio c’è.
– Quale?
– Il rischio è che in quel famoso contenitore che ogni anno deve essere rifinanziato alla fine non ci siano soldi per tutti.
– Allora?
– Allora si va a esaurimento, almeno per ora, e chi prima arriva, come si suol dire, meglio alloggia. Bisogna farla subito, questa fusione!
– Ma si parte comunque dal primo gennaio 2017, o sbaglio?
– Non sbaglia. Però vale la data di emanazione della legge regionale che istituisce il Comune allargato, sopprimendo quello che andrà a fondersi. Prima ci arriviamo e prima sapremo quanti incentivi avremo e se li avremo tutti. Questo anche se tutto poi partirà dal primo gennaio successivo.
– Va bene, ho capito. Dieci anni di vacche grasse e il giocattolino del Municipio, con tanto di Assessore dedicato. Non si può dire che non sia allettante.
– Tenga anche presente che grazie all’Assessore, Mombaroccio – anche se non riuscisse a far eleggere qualche suo Consigliere – può comunque far sentire con maggiore autorevolezza la sua voce nella Giunta Comunale, nelle relazioni con le società Multiservizi, con la Regione, con lo Stato nazionale e nelle relazioni per la ricerca dei contributi europei. E a sua disposizione avrà una macchina organizzativa che è quella del Comune di Pesaro.
– Però ci sono anche alcune alternative. Andrebbero studiate con attenzione, prima di scartarle a priori.
– In realtà non ci sono vere alternative. Con chi ci fondiamo, diventando un nuovo Comune? Con Monteciccardo e Montelabbate? 10.000 abitanti in tutto, di cui 6.000 a Montelabbate e circa 166.000 euro di premio annuo per dieci anni. Secondo lei chi comanda? Saremo davvero una lontana periferia di una modestissima realtà. Questo sì vuol dire svendere Mombaroccio per pochi spiccioli!
– C’è anche Cartoceto, volendo.
– Peggio mi sento! Avremmo qualche euro in più di premio annuo e non arriviamo a 10.000 abitanti, di cui 7.600 a Cartoceto. Anche qui, chi comanda? Ma poi noi siamo inseriti nell’area omogenea orientata verso la valle del Foglia, fondendoci con un Comune dell’altra area omogenea faremmo solo un pastrocchio.
– Ho capito, o Pesaro o niente. E passati i dieci anni? Lasciamo da parte l’eventualità che Pesaro possa cambiare lo Statuto, ne abbiamo già parlato. Però non ci saranno più incentivi. Vogliamo pensare anche alle generazioni future?
– Cioè pensare da statisti.
L’uomo sorride.
– Si riferisce a quella battuta sulla differenza tra il politico e lo statista?
– Proprio quella. Il politico pensa alle prossime elezioni, lo statista alle prossime generazioni. Bella.
– Dica la verità, che si sente un po’ statista.
– Adesso non esageriamo. Comunque, con tutte quelle risorse, come potrà cambiare, in meglio intendo, Mombaroccio? Provi a usare l’immaginazione: le mura del Castello interamente risistemate, anche la parte franata, con un freno all’erba murella; il Palazzo Del Monte interamente restaurato e sede di una prestigiosa accademia di studi scientifici e umanistici di portata internazionale (questo è il progetto più difficile a dire il vero, ma in dieci anni ce la si può fare, basta avere idee, relazioni e risorse); una nuova piazza nel centro di Villagrande con una nuova scuola elementare costruita con criteri antisismici ed ecocompatibili e con una nuova e agevole sede per lo studio medico; sempre a Villagrande il nuovo campo sportivo e una sede più grande per il Centro Civico; al Cairo si può rifare la pista polivalente e ingrandire il Centro Civico; stessa cosa a Montegiano, con il riassetto della piazzetta davanti alla chiesa e il recupero per percorso naturalistico e archeologico che va al Castello di Montegiano. E poi la viabilità, tutte le strade riasfaltate, il controllo del territorio con nuove telecamere e una stazione della Polizia Municipale potenziata; per non parlare dei servizi sociali e dell’assistenza alle famiglie.
– Ma chi farà tutte queste cose?
– Il Municipio di Mombaroccio con il sostegno operativo della macchina organizzativa di Pesaro, che sarà presente a Mombaroccio con uffici e sportelli per il pubblico, dove continueranno a lavorare gli attuali dipendenti comunali. Sarà il Municipio a decidere cosa fare e con quali priorità. Io ho solo elencato le cose più importanti che mi sono venute in mente. Ci pensi, rifioriranno le attività economiche, riprenderanno di valore gli immobili … se dopo un periodo così lungo di sostegni economici Mombaroccio non avrà saputo creare il necessario volano di sviluppo e di valorizzazione del territorio, allora davvero meriterebbe di finire ultima frazioncina periferica di chissà chi!
– Beh, in effetti …
– Non mi dica che l’ho convinta!
– Mi dia tempo per rifletterci. Adesso ho più informazioni per chiarirmi le idee e decidere serenamente cosa votare il 17 aprile.
– È una decisione importante, perché può segnare un momento di svolta importante per tutta la comunità. Va presa con questa consapevolezza. È d’accordo?
– Sì.

ECCO I PRIMI COMMENTI:(13 aprile), Marzio Marcolini su Facebook: Sig. Ferri ho letto il suo IMMAGINARIO dialogo con un cittadino di Mombaroccio, io mi rivolgo a lei per chiederle una gentile risposta alla mia domanda, e per questo immagino Un azienda che per il 51% viene acquistata da un’altra società lo sa cosa poi succede? Il vecchio amministratore dopo pochi mesi viene messo in disparte anche se le rassicurazioni date e sottoscritte tra le parti dicevano il contrario, e tutte le decisioni verranno prese dal nuovo “PADRONE”. Torniamo alla realtà Mombaroccio con la fusione vale rispetto a Pesaro intorno all 1% o giù di lì mi dica lei tutte le rassicurazioni che avete preso ho definite HO DEFINITE con PESARO avranno un valore che nel breve tempo possibile andranno a disperdersi e chi deciderà sarà solo ed esclusivamente il Sindaco di Pesaro e la sua maggioranza HANNO UN IMMAGINARIO 99% DI FORZA. Purtroppo questa e’ la legge del più forte, e noi? Avremo venduto la nostra autonomia e libertà la quale secondo il mio punto di vista non ha prezzo. Gentilmente la saluto. Marzio Marcolini
Risposta: Gentile Marzio, La ringrazio per il suo quesito, che però si basa su un errore di fondo: equiparare il privato con il pubblico. Considerare le popolazioni dei due Comuni come fossero pacchetti azionari è sbagliato e fuorviante. E’ il vizio di una certa cultura di destra, che pensa che le logiche del mercato, delle imprese e del marketing possano risolvere i problemi della Pubblica Amministrazione e aprire nuove strade alla politica. Non che non abbiano anche buone ragioni, perché i vizi del dirigismo economico e sociale di vecchio stampo sono ancora molto presenti nel sistema della P.A., a cominciare dallla macchina burocratica che va sempre più complicandosi. Però, quello che accade nelle imprese è regolato dal Codice Civile e gli accordi (i c.d. patti parasociali) possono anche essere smentiti in fase di attuazione dopo le acquisizioni, salvo aperture di contenziosi e via dicendo. Si misura – su quel parametro – la forza economica dei contendenti. Nel pubblico, una volta che gli accordi politici e programmatici sottoscritti sono divenuti realtà con le conseguenti modifiche dello Statuto, sono molto più difficili e complicati i voltafaccia, e non è detto che siano politicamente convenienti. Il sistema legislativo fondato sulla Costituzione e sulle regole della democrazia rappresentativa serve proprio per contenere la “legge del più forte”. Come dico nel dialogo (che è immaginario nella sua stesura sintetica, ma che riflette diverse conversazioni avute in questi giorni con più persone), il voltafaccia si baserebbe su un eventuale successivo cambiamento dello Statuto del Comune allargato, per revocare autonomia e fondi. Ma si tratta di un’operazione politicamente devastante per il Sindaco di Pesaro, Matteo Ricci, che vede, invece, in questo progetto un modello di eccellenza della sua linea politica. Potrebbe accadere più in là negli anni? Tutto può succedere, certo. Ma dobbiamo avere il senso preciso del momento di transizione che stiamo attraversando. Qui non si tratta di “vendere” autonomia e libertà, concetti che è vero che non hanno prezzo. Si tratta di trovare la migliore soluzione possibile per garantire a Mombaroccio un futuro di autonomia il più vicino possibile a quella attuale che, se andiamo a ben guardare, non è già oggi un gran che. Sulla carta potremmo, teoricamente fare tutto o quasi, nei fatti non possiamo fare quasi niente. E non certo per incapacità, non ritorniamo su questi ridicoli slogan, per favore. Non cogliere questa occasione significa rischiare molto di ritrovarsi tra non pochi anni a essere fusi per legge con qualcun altro, forse anche la stessa Pesaro, senza autonomia e probabilmente senza contributi, di certo non tutti quelli che arriveranno con questa operazione. I quali, non dimentichiamo, sono in gran parte concentrati nei primi tre anni, quelli che, “politicamente” parlando, è convenienza della stessa Amministrazione di Pesaro mantenere, e del Governo sostenere finanziando il capitolo sulle fusioni. Quindi metterei da parte le preoccupazioni e cercherei di ragionare tutti insieme noi cittadini di Mombaroccio su quali donne e uomini di Mombaroccio potranno sentirsi di lavorare come Consiglieri municipali per la migliore gestione delle consistenti risorse che arriveranno.

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