LA FUFFA DEL NO, LA SOSTANZA DEL SÌ. FATTI E MISFATTI DELLA CAMPAGNA REFERENDARIA

(CRONACHE DA MOMBAROCCIO, 8 dicembre 2015) A pochi giorni dal referendum consultivo del 13 dicembre sulla fusione tra Mombaroccio e Pesaro, si intensificano i messaggi ai cittadini. Peccato che chi è contrario, senza validi argomenti, si serva di urla, bugie, ipocrisie e violenza verbale. Ma sempre più cittadini capiscono e prendono le distanze da una rabbia poco comprensibile. E non vogliamo fare dietrologie. In attesa del 10 dicembre, data della pronuncia del TAR sul ricorso del Comitato del No e dell’ultima Assemblea cittadina a Villagrande, nella scuola materna che è una delle prime opere da rifare dopo la fusione.

Ecco una collezione di perle di ipocrisia raccolte nell’ultimo volantino diffuso dal Comitato “Vogliamo Vivere a Mombaroccio da Mombaroccesi” (al quale giustamente ha risposta il Sindaco Angelo Vichi con “vogliamo vivere a Mombaroccio da persone di buon senso”):

Dicono:vota No per mandare a casa Vichi che è incapace di amministrare.
Sbagliato! Se non passa la fusione con Pesaro, l’amministrazione Vichi rimarrà al suo posto per altri tre anni e mezzo. L’incapacità è poi tutta da dimostrare: in 15 mesi è stato fatto molto di più che nei cinque anni di Muratori. Per esempio: risolto il problema Italservice, risolto il contenzioso e riaperto il bar-ristorante a Porta Maggiore, restaurata una parte del palazzo Del Monte, installate le prime telecamere per la sicurezza di tutti, risolta senza costi l’emergenza del depuratore di Villagrande, riorganizzata la Biblioteca comunale, iniziato il lavoro di restauro del campanile del Beato Sante, avviato il progetto dell’Unione dei Comuni che presto porterà a Mombaroccio una stazione della Polizia municipale con quattro unità operative, e molto altro ancora, il tutto nel pieno rispetto delle regole e dei vincoli di bilancio, senza penalizzare i servizi ai cittadini.
Dicono:saremo una remota frazione di Pesaro e il Municipio è una scatola vuota senza potere decisionale.
Sbagliato! Il Municipio ha la sua legittimità a decidere su quanto compete il territorio di Mombaroccio in base alle indicazioni fornite dalla Legge regionale, dalle delibere già assunte dal Consiglio Comunale di Pesaro e al documento approvato dalla Commissione Affari Istituzionali del Comune di Pesaro, allargata ai rappresentanti nominati da Mombaroccio. Se le minoranze non vi hanno voluto partecipare. è una loro responsabilità, ma questo non li giustifica a fare finta di non sapere come stanno realmente le cose.
Dicono: il parere preventivo vincolante non ti dà nessuna possibilità di imporre le tue proposte.
Sbagliato e ambiguo! Cosa si vuole dire? Che il Municipio può imporre al Consiglio comunale di Pesaro di fare qualcosa, per esempio, a Candelara? È ovvio che non è possibile.
Non è così? Allora è sbagliato! Se il Municipio, in casa sua, vuole fare qualcosa, avendone la disponibilità finanziaria e la legittimità normativa, può farlo eccome! E l’Assessore nella Giunta di Pesaro è, da questo punto di vista, una garanzia.
Dicono:sia lo Statuto che i Regolamenti potranno essere cambiati in qualsiasi momento  dal Consiglio comunale di Pesaro.
Falso problema. Uno Statuto non si cambia con facilità. Serve una maggioranza qualificata, l’ultima variazione risale a quindici anni fa. Non è una passeggiata, e non ha molto senso: l’istituzione di un Municipio nel Comune di Pesaro è l’inizio di un percorso di razionalizzazione degli Enti locali che farà scuola. È superficiale ridurre il tutto a una contesa di campanile. L’autonomia del Municipio è garantita dalle risorse economiche e queste sono assicurate dagli atti deliberativi già avviati. Il problema potrebbe porsi, forse, tra dieci anni. Ma con la velocità con cui cambia il mondo in cui viviamo, vale la pena di giocarsela. Anche perché le alternative, come vedremo più avanti, in realtà non ci sono.
Dicono:per il divario di popolazione non potremo mai avere una rappresentanza nel Consiglio comunale di Pesaro.
Sbagliato! A parte che c’è l’Assessore dedicato, che vale molto di più di un qualsiasi Consigliere, quando i mombaroccesi voteranno per il Consiglio di Pesaro, potranno instaurare alleanze politiche vincenti soprattutto con gli abbinamenti maschi-femmine, intercettando quindi voti da fuori Mombaroccio e, se nella lista vincente, potranno sedere nel Consiglio comunale. Certo, non è facile, ma bisogna imparare a vedere le cose per ambito allargato.
Dicono:la carica di Assessore è inutile, perché può essere sostituito in qualsiasi momento, quindi, se vuole rimanere deve ubbidire.
Fumo negli occhi. Nessuno può imporre al Sindaco le regole per nominare o revocare un Assessore. Lo scopo dell’Assessore è far funzionare i rapporti tra il Municipio e il Comune, se questo riesce, è impensabile che possa creare motivi per una revoca della delega. Se non riesce, diviene un problema politico che deve essere risolto. I rappresentanti del Municipio, che sono eletti a norma di Statuto, non possono essere revocati, l’Assessore, se non funziona, può esserlo. Ma siccome è Assessore, partecipa a tutte le riunione della Giunta di Pesaro e il più delle volte vota su cose che non riguardano Mombaroccio. Vista così, per Mombaroccio è un ulteriore valore aggiunto. È anche chiaro che se il nostro Assessore dovesse entrare in rotta di collisione con la politica del Sindaco su tutta Pesaro, rischierebbe la revoca delle deleghe. Ma questo è un problema di chi si troverà in quel luogo. Come cittadini, anche in questo caso, impariamo a vedere le cose per ambito allargato.
Dicono:lo sblocco del Patto di Stabilità ci consente di operare in autonomia, pertanto l’incorporazione è inutile.
Altro fumo negli occhi. È vero che non abbiamo più lo spettro (dal 2016) degli accantonamenti del Patto di Stabilità, ma rimangono trasferimenti ridotti all’osso e un bilancio costruito per lo più sulle imposte locali. Vogliamo continuare a mantenere le aliquote sui livelli attuali e fare poco o nulla per i prossimi anni? I bilanci sono disponibili a tutti, basta chiedere, non ci sono risorse nascoste, l’entità dell’avanzo di amministrazione è rapportata agli accantonamenti imposti dal Patto di Stabilità, gli spazi per investimenti o interventi straordinari sono quasi nulli. Certo, visto che il fallimento non è più imminente, potremmo anche rinunciare alla fusione e tirare a campare un altro po’. Con il rischio molto concreto che tra qualche anno arrivi una legge che ci imponga una qualche fusione, perché troppo piccolo sarà vietato, con buona pace per l’identità, l’autonomia e, probabilmente, anche le risorse economiche. Non è meglio coglierla al volo, questa opportunità, visto che potrebbe non esserci più?
Dicono:per finanziare lo sblocco del Patto di Stabilità il Governo taglierà gli incentivi alle fusioni e in particolare alle incorporazioni quindi quei tanto decantati milioni a Mombaroccio non arriveranno mai.
Sbagliato! La fusione va fatta subito, entro quest’anno, perché quelle risorse sono (ancora) garantite per legge. Se perdiamo tempo, rischiamo di non averle più!
Dicono: il Comune di Pesaro ha deciso cosa farà con lo sblocco del Patto di Stabilità e per Mombaroccio non è previsto neanche un centesimo.
Sbagliato! L’attuale legge finanziaria, o legge di stabilità, attesa presto al capolinea, regala ai Comuni virtuosi come Mombaroccio e Pesaro un parziale sblocco delle risorse già accantonate. Entrambi i Comuni hanno già deciso come utilizzarle. Perché Pesaro dovrebbe destinarne una parte per Mombaroccio? Le risorse che ci saranno destinate con la fusione sono altre, non facciamo finta di non capire!
Dicono: il Comune ha approvato lavori per 230.00 Euro per sistemare via Turlo … dov’è ubicata l’attività del capogruppo di maggioranza … il voto del capogruppo è stato determinante …
E allora? Quel tratto di strada è il più disastrato di tutto il Comune. E la responsabilità politica è tutta della precedente Amministrazione, che ha favorito un abnorme traffico di mezzi pesanti su quel percorso. O forse avremmo voluto farli passare quotidianamente per  Villagrande? Quello è il primo intervento che, appena arrivano un po’ di soldi, deve essere fatto. P.s.: quei soldi sono quasi tutto quello che si è reso disponibile dallo sblocco del Patto di Stabilità (vedi punto precedente). Le altre strade, votando No, possono aspettare.
Vale la pena di ricordare che l’amm.ne Muratori aveva già sistemato un tratto di Via Turlo, poi si è limitata a mettere cartelli segnaletici indicanti la via per Pesaro, per Fano e per Montegiano, onde evitare il traffico a Villagrande. Ma non basta mettere cartelli e rifare un breve tratto per risolvere i problemi del passaggio continuo di grandi veicoli agricoli (mietitrebbie, trattori ecc) e di autotreni su una strada che è rimasta la stessa ove per decenni hanno transitato solo lenti carri trainati dai buoi. Lungo via Turlo ci sono importanti strutture produttive come la Paci e Pagliari, la Country house Villa Diana, che ha riaperto con annesso centro benessere, la Casa dei Gufi (appartamento turistico), l’agriturismo Chesanova (5 stelle) e infine la struttura turistica Giano bifronte: una concentrazione di strutture turistiche che non si riscontra in nessun’altra a Mombaroccio e la strada in ordine è il primo biglietto da visita di un Comune, e anche di una Pro loco, che si dicono attente a promuovere il turismo e la ricettività.
Quanto alla questione del Capogruppo, perché sarebbe dovuto uscire? La delibera tratta un argomento di interesse pubblico, non privato. Se le minoranze lo sanno sono ipocriti, se non lo sanno sono incompetenti!
Dicono:le alternative ci sono, lo hanno confermato i Sindaci di Cartoceto, Monteciccardo e Montelabbate, confermandoci la loro ferma volontà di voler rimanere autonomi.
Ancora fumo negli occhi. Quali sono le alternative? L’autonomia di ciascuno, o altre fusioni? A chiacchiere lo sanno tutti, in realtà non lo sa nessuno. Monteciccardo con Mombaroccio non metterebbe insieme nemmeno 5.000 abitanti. Cartoceto non sa se chiudere con Serrungarina, Saltara e Montemaggiore o se farsi corteggiare da Fano (per una incorporazione); Forse la partecipazione di Montelebbate è sintomo della sua disperazione, visti gli ingombranti vicini. Sono queste le alternative credibili? Un fantasioso progetto di un Comune da Cartoceto a Montelebbate? E dove mettiamo la sede comunale? A Villa Ugolini? Ma andiamo! Lo vogliamo capire che il Comune ormai gestisce ben poche cose e che quasi tutti i servizi più importanti sono già con Pesaro? Sono le famose convenzioni sottoscritte dalla precedente amministrazione, che l’allora Vicesindaco Giancarlo Clini dichiarò alla stampa (febbraio 2014) essere il primo passo verso la fusione con Pesaro! Cerchiamo di essere seri, per favore.
Dicono:Vichi sta cercando di svendere a Pesaro la nostra storia, la nostra autonomia, la nostra dignità per un pugno di euro che potremo comunque reperire con l’Unione di vari piccoli comuni
Falso e demagogico. Qui si parla di riorganizzazione amministrativa, non di storia, né di dignità. La storia non la cancella nessuno, la dignità fa parte di ciascuno di noi. L’autonomia, quella del Comune, è già ridotta al lumicino, le attuali leggi non permettono nemmeno di fare in casa una gara d’appalto. Il Municipio, paradossalmente, grazie a Statuto e risorse, potrà fare molto di più e meglio dell’attuale Comune. E non è questione di capacità. Definire “un pugno di Euro” 8 milioni in dieci anni, metà dei quali subito, è solo fare demagogia. Sono i nostri soldi che hanno l’occasione di tornare, tanti, benedetti e subito! Ma davvero qualcuno pensa che tra sblocchi del Patto e incentivi, se ci fondessimo con Cartoceto e qualcun altro arriverebbero tutti quei soldi per noi? E manterremmo la stessa autonomia che ci garantisce Pesaro con il Municipio? È meglio essere Municipio di Pesaro con autonomia e 8 milioni di Euro o frazione di Cartoceto con qualche centinaia di migliaia di Euro?

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