MOMBAROCCIO N° 9, OTTOBRE 2014

Ecco il primo numero sotto la mia direzione, 1.000 copie distribuite a tutti i cittadini di Mombaroccio. Qui di seguito l’editoriale del Sindaco e due articoli a mia firma.

Dalle parole ai fatti, nonostante tutto.
La prima uscita di quest’anno del periodico “Mombaroccio” è l’occasione per fare il punto sulla situazione e informare in modo corretto i miei concittadini, facendo chiarezza dopo la confusa disinformazione di qualche sterile polemica.
Ho trovato una situazione preoccupante: debiti per vecchie pratiche legali oltre i 400.000 euro, pignoramenti superiori al milione di euro (il blocco delle disponibilità finanziarie ha costretto la precedente Amministrazione a ricorrere a onerose anticipazioni bancarie), una situazione prossima al dissesto certificata da relazioni contabili della ragioneria che risalgono alla fine dello scorso inverno. Un quadro aggravato da una crisi senza precedenti, che vede la nostra Italia più in difficoltà degli altri Paesi. “Una situazione da fare tremare i polsi”, a sentire gli addetti ai lavori, inclusi esponenti di rilievo delle precedenti Amministrazioni.
Nel 2014 rispetto al 2013 lo Stato centrale ha tagliato oltre 170.000 euro di trasferimenti, mentre il Patto di Stabilità Interno ci ha penalizzato di ulteriori 70.000 euro. È stato necessario chiedere qualche sacrificio ai nostri concittadini, ma abbiamo limitato al massimo gli aumenti delle imposte: Mombaroccio applica tuttora aliquote più leggere della stragrande maggioranza dei Comuni vicini.
Con coraggio e determinazione, senza piangerci addosso, abbiamo iniziato a sbrogliare la matassa e in poco più di cento giorni abbiamo messo le basi per estinguere i debiti, sbloccare i pignoramenti e fare ripartire gli investimenti tra la fine di quest’anno e l’inizio del 2015, con decisioni condivise dagli istituzionali Organi di Controllo.
Abbiamo creato uno sportello per assistere tutte le Associazioni e un registro per conoscerle e aiutarle, perché Mombaroccio ha bisogno delle sue Associazioni, che sono un motore insostituibile della comunità, un veicolo culturale, e cioè un fattore di sviluppo del nostro stupendo territorio. A giorni, come promesso, apriremo un Centro di Aggregazione nel Castello di Mombaroccio; sempre nel centro storico si aprirà un Museo delle opere di Ciro Pavisa, grazie alla collaborazione tra gli eredi dell’artista, l’Associazione che a lui si ispira e questa Amministrazione. Si sta pure lavorando per aprire un punto espositivo di prodotti del nostro Territorio in piazza Barocci. È in corso il trasferimento della Biblioteca Comunale nei nuovi locali, razionalizzandone gli spazi e potenziandola con nuove dotazioni, anche telematiche. Abbiamo intercettato finanziamenti per restaurare il Palazzo del Monte e per garantire il collegamento internet wire–less gratuito nell’intero borgo medievale e siamo anche a buon punto per fare partire il progetto per l’ampliamento del cimitero.
In questo contesto e in così poco tempo non credo si potesse fare di meglio. Ed è solo l’inizio. Perché alle chiacchiere preferiamo il lavoro costante, alla violenza verbale il confronto franco e costruttivo e auspichiamo che tutte le componenti di questa collettività, pure in una democratica contrapposizione, lavorino a favore e non contro gli interessi del nostro Comune.
Continueremo a confrontarci periodicamente con tutti Voi e insieme a voi contiamo di dare a Mombaroccio nuova vita e un volto nuovo nel rispetto del Territorio e delle sue tradizioni.
Il Sindaco Angelo Vichi

Affrontare l’emergenza, non eluderla.
Si avvicinano i nodi di un’amministrazione della cosa pubblica tra le più difficili degli ultimi anni.
E bisogna affrontarli con il coraggio di guardare avanti e salvare questa comunità, non affossarla tra debiti e rischi di commissariamento.
Nelle pagine centrali spieghiamo la situazione e perché siamo stati costretti ad aumentare le tasse e a mettere in vendita qualche gioiello di famiglia.
Le opposizioni insorgono, è il loro ruolo, ma sono convinto che al nostro posto avrebbero fatto quello che abbiamo fatto noi. Perché l’emergenza va affrontata, non elusa o ignorata come se non ci fosse. Poi comincia la politica, quella vera.
Tutta l’Italia è ingessata da regole assurde, lacci e lacciuoli che sembrano essere messi apposta per frenare lo spirito d’iniziativa. È l’Italia che non si fida degli italiani, lo Stato che non si fida dei suoi funzionari. Per forza che il Paese non riesce a crescere.
Ma noi non ci diamo per vinti. Anche se continuiamo a inciampare in mille paletti, prima o poi troveremo la strada giusta per perseguire i nostri obiettivi e realizzare il programma che ci siamo dati in campagna elettorale e che voi cittadini avete scelto con il voto.
Mauro Ferri

E noi paghiamo …
Il 30 agosto 2014 il Consiglio Comunale ha approvato il bilancio di previsione del 2014. Avete letto bene: mancano pochi mesi alla fine dell’anno e abbiamo approvato il bilancio “di previsione”! Non un assestamento (che può essere fatto entro novembre), ma il preventivo vero e proprio, quello che doveva essere messo a punto entro dicembre del 2013. Per i motivi che andremo a spiegare è stato inevitabile ritoccare in aumento le aliquote fiscali e attivare la TASI (Tassa sui servizi indivisibili), il nuovo giocattolo che il Governo nazionale ha regalato agli Enti locali dopo che ha fatto finta di alleggerire il peso fiscale abolendo l’IMU sulla prima casa.
Le opposizioni hanno ovviamente protestato, chi sostenendo che finché aveva governato non aveva mai aumentato le tasse, chi lamentando la nostra incapacità di tagliare seriamente gli sprechi. Ma se le tasse non erano mai state aumentate prima è perché prima non c’era quello che abbiamo trovato quando siamo arrivati noi. E chi afferma che si possono tagliare di più le spese, se davvero ne è capace, si faccia avanti e ci mostri come vorrebbe fare (senza penalizzare i servizi, senza violare i contratti in essere e operando solo sul residuo, visto che è finita l’estate e gran parte degli impegni sono già stati presi).
Comunque, torniamo a quello che abbiamo trovato in giugno, quando siamo arrivati: conti all’apparenza in ordine (il rendiconto 2013 ha chiuso con un avanzo d’amministrazione di 131.000 Euro e quasi 430.000 Euro in cassa) e due grossi problemi, il Patto di Stabilità e il contenzioso Italservice. Lasciamo per il momento da parte il contenzioso (vedi box a margine), e veniamo a spiegare che cosa è il Patto di Stabilità Interno.
Detto in soldoni, il Patto di Stabilità è il modo con il quale il Governo centrale ci obbliga a creare accantonamenti facendo finta di non aumentare le tasse. La scusa è quella di ridurre la spesa pubblica, in realtà si crea una riserva di denaro che per legge non si può toccare. Funziona così: ogni Ente locale ha un obiettivo, nel 2014 circa il 15%: per Mombaroccio sono sui 280.000 Euro. L’obiettivo è predeterminato sullo storico della spesa corrente, come a dire: «se finora hai speso 100, ora devi spendere 85». Ma se io fossi davvero bravo e spendessi solo 85 (senza penalizzare i servizi, quindi limando sul non necessario), i cittadini potrebbero pagare di meno?
No. Ciò che non si spende va accantonato. Certo, un’amministrazione abituata a sprecare, deve sprecare di meno. Ma chi è virtuoso e non spreca? Non ha alternative: o taglia sui servizi essenziali, o aliena parte del patrimonio (se ce l’ha), o si fa dare contributi da privati, o deve aumentare le tasse. In pratica, per colpa di chi ha sprecato dobbiamo pagare tutti, e chi è virtuoso è anche più penalizzato.
Il Sindaco precedente, Massimo Muratori, sostiene che anche la sua amministrazione ha dovuto affrontare il Patto di Stabilità (nel 2013) e non ha aumentato le tasse. Ma quello è stato il primo anno del Patto: è bastato anticipare al 2012 (esercizio fuori dal Patto) un po’ di pagamenti, coperti da contribuzioni pubbliche che sarebbero pervenute nel 2013, per ritrovarsi una disponibilità di capitale sufficiente a centrare l’obiettivo.
Che peraltro era di 211.000 Euro, quasi 70.000 in meno di quest’anno.
Per Muratori, però, è possibile ricorrere all’aiuto dei privati, facendo sostenere il peso del Patto su chi i soldi ce li ha, mentre le tasse colpiscono soprattutto chi è in difficoltà.
Guardiamoci negli occhi: è davvero credibile una politica amministrativa che si basa ogni anno sull’aiuto privato per oltre 200.000 Euro? E se fosse, in cambio di cosa?
Qualunque sia la fine che faranno i nostri soldi accantonati e vincolati dal Patto (con il 2015 Mombaroccio avrà accantonato sugli 800.000 Euro: a quando una leggina che se li incamera tutti, o quasi, perché “ce lo chiede l’Europa”? Se non lo hanno già fatto, visto che sono in Banca d’Italia), qualche strumento politico per alleggerirlo c’è, lo stiamo valutando e potrebbe dare i primi frutti già dal 2015.
Ma intanto abbiamo dovuto applicare la legge e agire come deve ogni amministratore responsabile. Non rispettare il patto significa portare i cittadini di Mombaroccio a dover pagare nel 2015 molto di più di quanto non debbano fare quest’anno. Sarebbe da irresponsabili.
E comunque siamo riusciti a tenere le aliquote fiscali generalmente più basse degli altri comuni vicini, grandi o piccoli che siano. Nella sofferenza generale non dico che siamo un’isola felice, ma un po’ meno infelice, sì.           MF

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto