RIFLESSIONI SU UN’OCCASIONE PERDUTA

(CRONACHE DA MOMBAROCCIO, 4 luglio 2016) Due mesi e mezzo dopo il referendum comunale sulla fusione con Pesaro …

Sono passati due mesi e mezzo da quel 17 aprile, quando 691 cittadini di Mombaroccio hanno voltato le spalle al futuro della nostra comunità votando NO al referendum consultivo sulla proposta di fusione con Pesaro, fortemente voluta dall’Amministrazione comunale. Erano solo, si fa per dire, il 37,3% degli aventi diritto al voto, ma poiché la democrazia è prima di tutto partecipazione, sono diventati il 65,07% dei voti validi.
Quella sera i sostenitori del NO hanno ovviamente festeggiato, quasi avessero salvato Mombaroccio da chissà quale infausto destino, invocando a gran voce la dimissioni del Sindaco e della sua Amministrazione, e il 30 aprile il Consigliere di minoranza Muratori ha depositato un documento nel quale parla di “rassegnazione di questa amministrazione”, che a suo dire sarebbe “incapace di formulare nuove proposte” perché “tutto il ragionamento è basato sulla falsa teoria che l’unico modo per poter salvare Mombaroccio dall’obblio” (avete letto bene, obblio con due bbi) “è l’incorporazione con il Comune di Pesaro.”
Gli ho risposto nella seduta successiva del 25 maggio (il 30 aprile ero assente) depositando a mia volta un documento nel quale, tra le altre cose, preciso che “rassegnati devono essere tutti i cittadini di Mombaroccio, avendo a maggioranza rifiutato una importantissima opportunità che avrebbe fatto il bene di tutti. Ora tocca fare con quello che si ha, cioè molto poco, e con quello che si può, cioè ancora meno, visti gli innumerevoli vincoli sui poteri decisionali e operativi della gestione della P.A. Basta guardare il bilancio di previsione di quest’anno per rendersene conto, che tra impegni, obblighi e vincoli è praticamente ingessato. Questa è la realtà. Negarlo è solo aria fritta, chiacchiere vuote fatte solo per il gusto della polemica fine a se stessa.”
Quello del 17 aprile è stato un voto di pancia, il NO a un’idea generica, un legame identitario che alla fine rimane solo simbolico. In campagna elettorale è stato scomodato persino Carlo Magno (?), sono stati invocati i padri fondatori e gli antenati che nei secoli hanno resistito ai tentativi di annessione (!) dei pesaresi. Quasi fossimo la Libera Repubblica di Monte Biroccio che resiste alle pressioni dell’ingombrante vicino. Ma andiamo! Cosa c’entrano l’identità culturale e le tradizioni storiche con la riorganizzazione amministrativa del terzo millennio? Perché di questo si tratta, di semplice (non tanto semplice, a dire il vero) riorganizzazione amministrativa.
Oltre ai soldi, in un quantitativo che Mombaroccio non avrebbe mai visto nemmeno in trent’anni, ma a quanto pare fanno schifo, pecunia olet sembra che dicano da queste parti, c’era l’autonomia municipale, uno status unico nel suo genere, che avrebbe fatto scuola, e che in sostanza avrebbe lasciato ai mombaroccesi voce in capitolo più o meno su quello che possono dire e fare oggi, che sulla carta sembra essere chissà cosa e nella sostanza è ben poco. E in più c’era l’Assessore dedicato nella Giunta comunale di Pesaro, che avrebbe proiettato Mombaroccio nelle relazioni forti dell’intera provincia e in Regione.
Ma tant’è. 691 cittadini hanno detto di NO. Non hanno voluto crederci. C’è chi ha voluto personalizzare lo scontro elettorale per trasformarlo in un referendum pro o contro Angelo Vichi; non certo noi, che abbiamo solo proposto quella che ci è apparsa come una unica e straordinaria occasione per salvare davvero Mombaroccio, non dall’oblio, ma dalla desolazione. Lo abbiamo detto e spiegato, ma non c’è stato nulla da fare.
Quindi andiamo avanti con quello che si può fare, sperando che nei prossimi tre anni che ci restano alla guida del Comune non si verifichino situazioni esterne tali da costringerci a chiudere bottega, che per la P.A. significa commissariamento e poi chissà quant’altro. Cosa penso? Per esempio, al ripristino degli obiettivi di accantonamento del Patto di Stabilità che, se fossero rimasti per quest’anno quelli che erano programmati solo la scorsa estate, ci avrebbero costretti a consegnare le chiavi al Prefetto: i soldi faranno anche schifo a qualcuno, ma senza soldi non si fa nulla e se prima ti obbligano ad accantonarne troppi, poi ti dicono che quelli che ti dovrebbero dare te li tolgono, comunque ti impongono di rispettare gli equilibri di bilancio (e le tasse locali sono già quasi al massimo), mi dite come si può fare?
Sempre Muratori, in occasione di qualche Consiglio comunale fa, disse che “non abbiamo coraggio”. Coraggio? “I soldi bisogna saperli cercare” ha aggiunto, ricordando che anche lui, nell’ultimo anno della sua amministrazione ha avuto il problema del Patto di Stabilità, ma lo ha affrontato senza farne un dramma. Ma bravo. Peccato che ci ha lasciato un Comune sull’orlo del dissesto e che noi abbiamo per davvero “salvato” Mombaroccio nel 2014, trovando i soldi per farlo. Da quale pulpito viene la predica!
Comunque, speriamo che per i prossimi tre anni non ci siano altre brutte sorprese e qualcosa potremmo riuscire a fare. Sarà un po’ un tirare a campare ma, come diceva il divo Giulio (Andreotti) “è meglio tirare a campare che tirare la cuoia”.
Tuttavia, visto che la gente tende ad avere la memoria corta, qualora si verificasse una situazione tipo fusione imposta per legge con buona pace per l’autonomia municipale e le ingenti  risorse del progetto gettato alle ortiche, è bene ricordare a tutti quello che 691 cittadini di Mombaroccio non hanno voluto si realizzasse.

– La nuova scuola materna di Villagrande, un progetto in bioedilizia collegato a una piazza con botteghe, luoghi d’incontro e uno studio medico adeguato alle esigenze dell’utenza (ci pensino, coloro che d’inverno fanno la fila all’aperto per mancanza di posti).
– La ristrutturazione e il raddoppio dell’Ospedale Bricciotti, con tutte le attività di corredo ai servizi sanitari di lungodegenza e l’apertura di studi medici specialistici, centri di riabilitazione e via dicendo (la struttura è dell’ASUR, ma per fare gli investimenti serve una consistente compartecipazione del Comune).
– La risistemazione della piazza di Montegiano, con un nuovo centro civico.
– La risistemazione del campo polivalente di Montegiano.
– La risistemazione del campo polivalente del Cairo, e l’ampliamento del suo centro civico.
– Il completamento della ristrutturazione del Palazzo Del Monte nel Castello di Mombaroccio e la sua trasformazione in centro polivalente di studi internazionali.
– Il restauro completo delle mura del Castello, incluso il rifacimento della parte crollata qualche anno fa.
– La pavimentazione in stile tradizionale di tutti i vicoli del Castello.
– La pavimentazione dello sferisterio, adibibile sia a parcheggio, sia ad arena polivalente (sportiva e per spettacoli).
– La costruzione di un ascensore panoramico dallo sferisterio alla sommità delle mura, vicino a piazza Barocci.
– Il rifacimento delle facciate del Palazzo comunale e del chiostro di San Marco.
– un nuovo impianto elettrico per la chiesa di San Marco.
– il nuovo campo sportivo di Villagrande, con le attrezzature di corredo per gli allenamenti e tutti i servizi per pubblico e atleti.
– l’asfaltatura di tutte le strade comunali.
– l’illuminazione pubblica senza più fasi alterne, con lampade a led.
– una rete di telecamere completa per l’intero territorio comunale, a maggiore protezione della sicurezza di tutti.
– molti più servizi per i cittadini, soprattutto i più bisognosi.
– la riduzione delle imposte locali.
– …

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto