POCHE PAROLE PER CAPIRE COM’È FATTO IL NODO SCORSOIO CHE CI STA STROZZANDO

(CRONACHE DA MOMBAROCCIO, 30 luglio 2015). In una seduta del Consiglio Comunale partecipata come non mai dal pubblico, oltre venti persone presenti, driblando le pretestuose richieste di sfiducia alla Giunta e alla maggioranza avanzate dalle minoranze, discutendo animosamente sui nodi principali con le opposizioni che non hanno rinunciato a toni demagogigi e a esibizionismi teatrali, è stato approvato il Bilancio di previsione per l’anno corrente, per illustrare il quale ho letto la seguente relazione.

COMUNE DI MOMBAROCCIO – RELAZIONE DI PRESENTAZIONE DEL BILANCIO DI PREVISIONE 2015 AL CONSIGLIO COMUNALE – 29 LUGLIO 2015

Il Bilancio di previsione che ci accingiamo oggi ad approvare è il risultato di una situazione oggettiva che – tra costi fissi o ineludibili, tagli ai conferimenti e vincoli del Patto di Stabilità – inibisce quasi del tutto la possibilità di scelta da parte degli Amministratori.
Il fabbisogno del Comune di Mombaroccio, in termini di spesa corrente, è sui 2,5 milioni di Euro (esercizi 2012 e 2013), dei quali circa 540.000 Euro sono state per le spese del personale e 830.000 per la gestione della Casa Protetta Beato Sante. La restante quota di poco più di 1.100.000 Euro viene ripartita, in ordine di impegno di spesa, tra Territorio e Ambiente (28%), Amministrazione e Controllo (26%), Servizi sociali (17%), Viabilità e Trasporti e Istruzione pubblica (12% entrambi), e poi le tante voci residuali che prendono le briciole: sport, turismo, cultura, polizia locale, attività produttive e sviluppo economico.
Sono soprattutto queste ultime, oltre alla viabilità e ai trasporti, le voci più penalizzate dai tagli necessari per far quadrare i conti.
I quali faticano a quadrare da quando la politica dei Governi centrali, da quello di Monti in poi, ha messo in atto da una parte i tagli ai trasferimenti dello Stato centrale (o della Regione), dall’altra l’obbligo di generare onerosi accantonamenti improduttivi chiamati Patto di Stabilità.
Rispetto al 2013, primo anno del Patto di Stabilità, che prendiamo come parametro di confronto per capire di cosa stiamo parlando, lo Stato e la Regione hanno tolto a Mombaroccio per il 2015 più di 433.000 Euro di trasferimenti, fissando l’obiettivo del Patto di Stabilità in 246.000 Euro: in altre parole, per mantenere gli standard dei servizi essenziali e rispettare sia l’equilibrio di bilancio, sia il Patto di stabilità, bisogna trovare risorse per quasi 680.000 Euro! L’anno scorso, la situazione era appena migliore: quasi 258.000 Euro di tagli ai conferimenti, ma un obiettivo del Patto di 280.000 Euro, raggiunto per poche migliaia di Euro, tra l’altro. È stato necessario, l’anno scorso, recuperare circa 540.000 Euro per far quadrare i conti.
È stato quindi inevitabile, fatti i possibili tagli alle spese, procedere con gli aumenti delle tasse i quali, in effetti, hanno determinato un aumento della pressione fiscale su base locale superiore ai 400.000 Euro. Ma è stato l’unico mezzo disponibile per rispettare le regole imposte dallo Stato centrale ed evitare ben più gravose complicazioni. Quest’anno non abbiamo proceduto con ulteriori aumenti delle tasse, anche se il gettito previsto per l’IMU dovrebbe aumentare di 68.000 Euro rispetto all’anno scorso, perché la tassa sui terreni agricoli, per legge, da quest’anno la pagano anche gli imprenditori agricoli.
Come vedete, sono tutte norme che vengono dall’alto e ci passano sopra la testa. Questo riduce la nostra funzione a essere notai ed esattori, più che amministratori e, a dispetto dei proclami indignati delle minoranze, chiunque fosse stato al nostro posto avrebbe fatto e farebbe quello che abbiamo fatto noi.
Però quest’anno, nonostante i pochi tagli dove era ancora possibile operare (non ci si lamenti troppo per i ritardi nel sistemare le strade, per esempio) e nonostante non siano stati presi impegni di alcun genere, salvo gli investimenti finanziati con il capitale generato dalla vendita delle azioni di Marche Multiservizi e quelli (pochi) finanziati da specifici contributi, la spesa corrente è aumentata, in preventivo di circa 260.000 Euro!
Come mai?
Vi sono diverse concause: il primo imputato è il nuovo sistema contabile della P.A., che entrerà in vigore dal prossimo anno, ma che con quest’anno vuole tirare una riga sul passato. Si basa sul principio della esigibilità, nelle entrate come nelle uscite, ma ha fatto riportare sulla spesa corrente di quest’anno tutte le partite pregresse precedenti: in pratica, impegni di spesa assunti ieri ma pagati oggi, non figurano come operazioni riferite a quei bilanci, ma riguardano la spesa corrente di quest’anno. È vero che questo ha generato un incremento degli avanzi di esercizio precedente, che possono essere utilizzati per onorare gli impegni; peccato che l’uso degli avanzi di esercizio non conta ai fini del Patto di Stabilità.
Comunque, questa operazione ha determinato un aumento delle spese del personale di circa 100.000 Euro, tutte riferite ai premi di produzione dovuti per legge. Unica nota positiva, dal punto di vista contabile, è che nel primo assestamento potremo spostare la quota di premi relativa al 2015 e portarla al 2016.
Gli altri aumenti significativi sono nel complesso di poco inferiori a 150.000 Euro, tra i quali le voci più significative sono 43.000 per la quota non coperta di un oneroso conguaglio del gas alla Casa Protetta, oltre ad altri 15.000 di maggiori costi del gas nel 2015 e 14.000 per gli adeguamenti contrattuali alla KCS (motivo in più per l’esternalizzazione), 15.000 Euro per servizi assistenziali ai disabili e ai figli illegittimi (obbligatori, oltre che umanamente doverosi), 10.000 per la quota non coperta della parcella-salasso dell’avv. Biagini, 10.000 per l’IVA a debito, 10.000 per il fondo riserva ordinario (questo va messo ogni anno), 5.000 per il nuovo server (quello del 2003 deve essere sostituito perché obsoleto).
Tra gli aumenti di spesa che non abbiamo voluto cancellare ci sono, sotto la voce degli eventi culturali, 3.500 Euro per contributi agli eventi, dei quali 1.500 già impegnati a favore della Proloco. E questo per chiarire qual’è la nostra politica verso le Associazioni, nonostante il quadro complessivo non facile.
È chiaro, a questo punto, che gli obiettivi di pareggio di bilancio e del Patto di Stabilità si possono perseguire solo attraverso tre azioni, tutte obbligate:
– il mantenimento dell’attuale livello della pressione fiscale (con l’augurio che i cittadini riescano a sostenerne l’onere);
– la vendita nuovi beni di parte capitale;
– l’utilizzo delle quote consentite dell’avanzo di amministrazione.
Tutte operazioni che ben poco hanno di politico e molto di tecnico.

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