GLI PNEUMATICI? TRA GRAMMATICA E ARMONIA

È vero, si dice (e si scrive) “gli pneumatici”.
Così vuole la grammatica della nostra lingua, perché quella lettera labiale accostata così repentinamente a un’altra consonante dalle vibrazioni nasali impone l’articolo “gli”; non è solo un gioco tra labbra e naso, succede anche con i denti e la gola: la lettera sibilante “s” accostata alla “c” gutturale vuole ugualmente l’articolo “gli”, come “gli scrutini”.
Ma se gli scrutini non mi disturbano (mi turbavano solo ai tempi del Liceo), a me “gli pneumatici” proprio non piacciono.
Sarà corretto, ma quant’è brutto!
Com’è più leggero, più armonioso dire “ho montato i pneumatici da neve … è ora di controllare i pneumatici …”. O no?
Questione di gusti, e di abitudini.
Già, perché la percezione armonica di una combinazione di suoni è anche un fatto di abitudine.
Mi diceva tempo fa un maestro di musica che “la musica che non piace non è musica brutta, è musica che non si capisce”.
La musica è una forma di armonia che coinvolge il nostro mondo emotivo, ma l’armonia si nasconde dietro sistemi complessi di combinazioni fonetiche, non sempre percepibili come forme di armonia.
L’ascolto, ripetuto, dei brani musicali ci educa alla comprensione dell’armonia musicale e ce la fa apprezzare.
Un esempio? Ho sempre sfottuto il brano di Orietta Berti “Io, tu e le rose”; lo giudicavo la quintessenza della banalità spacciata per musica; con gli amici ne ho sovente parodiato il ritornello per rivestire di ironia ciò che mi appariva fatuo e privo di consistenza; ma, dài e dài, quasi come quell’adagio latino che parlava di vinti e di vincitori morali (Graecia capta ferum victorem coepit), le rose di Orietta Berti hanno finito col piacermi.
Così, a forza di ascoltare l’uso popolare dell’articolo “i” accostato agli (brrrr) pneumatici, devo aver costruito una struttura mentale che apprezza i pneumatici e prova un brivido di fastidio con gli (brrr) pneumatici.
Forse non ho via di scampo: o scrivo e dico quello che mi piace sentire e passo per ignorante, oppure mi rieduco e recito come un mantra gli (brr) pneumatici per un bel po’ di tempo.
Credo che alla fine non farò né l’una né l’altra cosa; scriverò, parlerò di volta in volta semplicemente come mi verrà di scrivere e di parlare, secondo l’istinto.
E poi già adesso quegli pneumatici cominciano a essermi un po’ più simpatici.

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