LA CACCIA NELLA LETTERATURA. PER PARLARE DI CIVILTÀ. CHE DOBBIAMO RECUPERARE

LA CACCIA NELLA LETTERATURA. PER PARLARE DI CIVILTÀ. CHE DOBBIAMO RECUPERARE

O che non vogliamo perdere. Dipende dai punti di vista. L’incontro si è svolto il 4 agosto 2012 nel castello di Mombaroccio, in provincia di Pesaro e Urbino, una prova di dialogo tra irriducibili (o quasi) fronti contrapposti.

GLI ATTORI FRANCO, ELVIRA E DONATELLA LEGGONO UN BRANO DEL SELETTORE

(16 agosto 2012) “Civiltà della caccia” e “la vita si nutre di vita”. Due concetti che fanno subito saltare sulla sedia ogni buon ambientalista e animalista. Come può considerarsi “civile” una pratica che, viste le condizioni ambientali che conosciamo, non pochi non esiterebbero a bollare come selvaggia? E cosa si vuole insinuare asserendo che la vita si nutre di vita? Forse, visto che stanno così le cose, tanto vale non farsi troppi scrupoli, mors tua vita mea?
No, no, per carità! Il termine civiltà è usato nel suo pieno significato sociologico, in quanto la caccia è una delle pratiche della società umana (che ci piaccia o meno, così è, per riprendere un pensiero di Livio al termine delle sue riflessioni all’inizio del romanzo IL SELETTORE), e il fatto che la vita si nutra di vita non è un avallo a saccheggiare l’ambiente, perché tanto, così fan tutti (gli esseri viventi, intendo).
Quindi sgomberato il campo dal pregiudizio, il fatto che di caccia abbiano parlato illustri autori come Guy de Maupassant, Ernest Hemingway, Mario Rigoni Stern, il suo quasi omonimo Horst Stern, il saggista del primo novecento Rodolfo Villani e via dicendo fino ai contemporanei Erri De Luca e Mauro Ferri, secondo voi, l’argomento non merita una riflessione al di fuori di intransigenze o integralismi ideologici, guidata da quella pacatezza che la vera civiltà sa esprimere?
E’ quello che eè avvenuto sabato 4 agosto scorso al Castello di Mombaroccio (PU), nell’ex chiesa di S. Marco (in attesa che siano terminati i lavori di ristrutturazione del teatro), in un ‘incontro dal titolo CIVILTA’ DELLA CACCIA, CULTURA DELL’AMBIENTE, organizzato dal Comune di Mombaroccio sviluppando un’idea dell’autore del romanzo IL SELETTORE, Mauro Ferri: la pratica venatoria nella letteratura, spunti di riflessione su un tema controverso.
Sull’argomento Ferri e il Sindaco di Mombaroccio, Massimo Muratori, erano intervenuti in mattinata dai microfoni di Radio Fano, come ospiti del quotidiano giornale condotto da Anna Ritra Ioni.
Elegantemente condotto dal Vicesindaco di Mombaroccio, Giancarlo Clini, che ha stoicamente tenuto la sua giacca e cravatta per tutte le quattro ore di incontro, nonostante fuori imperversasse la calura di Nerone (o Caligola, non ricordo come hanno battezzato l’ondata di caldo africano di questa metà estate), il tema è stato affrontato prima con una tavola rotonda sul tema “la vita si nutre di vita, caccia ed etica nella società contemporanea”, guidata dalla consiglere regionale Elisabetta Foschi.
Hanno partecipato i cacciatori Paolo Antonioni, Alberto Roscetti (entrambi della Federcaccia) e Giorgio Guarnieri (Arciaccia); illustri ospiti sono stati Stefano Aguzzi (Sindaco di Fano e anch’egli cacciatore) e Roberto Ditri, cacciatore, nonché presidente della Fiera di Vicenza e organizzatore della più importante manifestazione venatoria italiana, Hunting Show, che si svolge ogni anno alla fine di febbraio. L’ing. Ditri ha anche colto l’occasione per annunciare che la Fiera di  Vicenza sarà da prossimo anno anche organizzatrice dell’alto importante evento del mondo venatorio in Italia, il Game Fair di Tarquinia. La tavola rotonda ha anche visto l’intervento di Massimo Pensalfini, dirigente dell’ufficio caccia e pesca della Provincia di Pesaro e Urbino.
Dopo il giro di interventi, introdotti e intervallati da letture tratte da Hemingway e Erri De Luca, i partecipanti alla tavola rotonda hanno ceduto il posto ai relatori della seconda parte: Fabio Trovarelli ha tracciato brevemente la storia della caccia nella letteratura, Massimo Pandolfi ha riepilogato l’iter evolutivo dell’uomo cacciatore dal paleolitico e a oggi, Franco Perco ha guidato l’attenzione dei partecipanti lungo uno stringente percorso logico sull’interrogativo se abbia o meno senso la pratica venatoria nella società di oggi (con un rislutato salomonicamente sorprendente) e Graziano Giangolini ha portato la voce dell’Associazione Memoria di Mombaroccio, di vocazione ambientalista, puntando il dito soprattutto sul doversos senso di responsabilità cui sono chiamati tutti coloro che oggi vogliono dedicarsi a questa pratica.
In apertura il Sindaco di Mombaroccio, Massimo Muratori, nel saluto ai partecipanti ha portato una sua curiosa esperienza di quando era cacciatore di selezione alle prime armi; in chiusura il Presidente del Consiglio Provinciale, Luca Bartolucci, ha concluso i lavori raccogliendo in forma sintetica il senso di quanto, sotto diversi aspetti, è stato detto.
Gli attori dell’Associazione “Le 2 Letture” di Mombaroccio, Franco Andriccioli, Donatella Biagiotti ed Elvira Montesi, hanno saputo coinvolgere emotivamente il pubblico con brani tratti da Verdi Colline d’Africa di Ernest Hemingway, Il Volo della Farfalla di Erri De Luca e Il Selettore di Mauro Ferri.
In attesa che siano pronti gli atti dell’evento, dei quali daremo adeguato resoconto, rimangono le immagini.

Norberto Rigo

L’attestato di gratitudine del Comune di Mombaroccio

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